Tesori architettonici e storici di una città spesso sottovalutata
Una Città da scoprire
Messina è spesso trascurata nei percorsi turistici tradizionali, oscurata dalle più celebri località siciliane come Palermo e Catania. Tuttavia, chi decide di avventurarsi in questa parte nord-orientale della Sicilia scoprirà una città ricca di storia, arte e cultura. Non solo uno scalo obbligato per chi si sposta tra Sicilia e continente, Messina rappresenta una tappa imperdibile per i turisti alla ricerca di esperienze autentiche.
La Bellezza di Messina: un Tesoro Nascosto
Messina, con il suo ricco patrimonio culturale e paesaggistico, è una città che merita di essere conosciuta più a fondo. Nonostante i danni subiti durante i terremoti e la seconda guerra mondiale, la città ha saputo rialzarsi, ricostruendo e valorizzando le sue preziose opere architettoniche. Scopri di più.
La Maestosità della Fontana di Orione
Definita come “la più bella fontana del cinquecento europeo” è uno dei gioielli più splendenti di Messina. Situata in Piazza del Duomo, questa magnifica opera fu realizzata da Giovanni Angelo Montorsoli nel 1553 e rappresenta una delle più belle fontane rinascimentali italiane.
La fontana celebra Orione, mitico fondatore di Messina, e raccoglie in sé un complesso simbolismo che affascina molti visitatori. Scopri di più

A volere la fontana di Orione fu il Senato messinese, nel 1547, a scopo celebrativo. L’idea era quella di fissare nella memoria la realizzazione del primo acquedotto cittadino che sfruttava convogliando le acque dei torrenti Camaro e Bordonaro. Lo scultore fiorentino Montorsoli accettò l’incarico, e giunse a Messina insieme all’allievo Martino Montanini. Venne nominato capomastro scultore di fontane e incaricato di erigere in piazza del Duomo una fontana che rappresentasse Orione.
Lui, infatti, è il mitico fondatore della città di Messina, gigante dalla sua triplice paternità generato dall’orina di Giove, Nettuno e Mercurio. Per la realizzazione, Montorsoli chiese che giungessero marmi da Carrara e impiegò numerosi scultori locali che collaborarono attivamente, realizzando in poco tempo la fontana.
La Struttura
La fontana presenta una struttura piramidale: in alto Orione con ai piedi il suo cane Sirio. Sotto vi sono quattro puttini che cavalcano delfini dalle cui bocche esce acqua che si riversa nella tazza sottostante.

Seguono quattro naiadi e quattro tritoni in vasche sempre più grandi. Vi è, poi, una grande vasca con quattro statue raffiguranti i fiumi Nilo, Tevere, Ebro, Camaro (quest’ultimo in realtà è il piccolo torrente che alimenta la fontana). Ancora, si trovano otto bassorilievi con rappresentazioni di miti relativi alle trasformazioni in presenza dell’elemento acqua, tutti tratti dalle Metamorfosi d’Ovidio.
Alla creazione di questa complessa iconografia neoplatonico-alchemica collaborò quasi certamente lo scienziato-umanista Francesco Maurolico, che compose anche i distici latini incisi sotto le quattro statue delle divinità fluviali. Si finisce con quattro piccole vasche e otto mostri acquatici in pietra nera.
L’opera fu apprezzata al punto che il Senato messinese decise di commissionare allo scultore una seconda fontana, oggi conosciuta come fontana del Nettuno.
La fontana, come anche il Duomo di Messina, ha subito dei danni a seguito del terremoto del 1908 per cui nel 1909 iniziarono i lavori di ristrutturazione. Il principale fine della ristrutturazione è stato quello di riportare la fontana alla sua bellezza originale preservando i motivi floreali e le decorazioni rappresentanti miti e storie.

Il Terremoto del 1908 e il suo impatto su Messina
Il terremoto del 28 dicembre 1908 rappresenta una delle catastrofi più devastanti della storia italiana, colpendo in modo particolarmente violento la città di Messina e la sua provincia. Con una magnitudo stimata tra 7.1 e 7.5, il sisma causò la morte di oltre 100.000 persone e distrusse gran parte del tessuto urbano. Tra i monumenti più colpiti vi sono il Duomo di Messina e la Fontana D’Orione.
Il Duomo, un simbolo della città, subì gravi danni strutturali, con il crollo della sua facciata e il danneggiamento delle opere d’arte al suo interno. La Fontana D’Orione, considerata un capolavoro del Rinascimento, riportò danni significativi, perdendo diversi degli elementi decorativi che la adornavano. La ricostruzione successiva, sebbene abbia restituito alla città gran parte della sua bellezza architettonica, non poté mai completamente ripristinare il prestigio originale di questi due tesori storici.
Il Duomo di Messina: Cuore della Fede e dell’Arte
Il Duomo di Messina, o Cattedrale di Santa Maria Assunta, è uno dei simboli più rappresentativi della città. Nonostante i disastri naturali e bellici che hanno colpito Messina, la cattedrale è stata ricostruita con cura, mantenendo la sua facciata di origine normanna. All’interno, i visitatori possono ammirare splendidi mosaici e un ambiente che trasuda storia.

La sua struttura è a croce latina, con una navata centrale e due laterali, e presenta un’architettura gotica con elementi normanni e barocchi.
Uno dei simboli più noti del Duomo è il Gallo d’Oro, un gallo in bronzo dorato che si trova sulla sommità del campanile. Secondo la leggenda, il gallo fu portato a Messina dai Crociati e venne posto sulla cima del campanile come simbolo di vigilanza e protezione.

Un altro particolare interessante è la statua del Leone, che si trova alla base del campanile. Il leone è un simbolo della città di Messina e rappresenta la forza e la coraggio.

Dedicato a Santa Maria Assunta, è un esempio straordinario di arte e architettura, riflettendo secoli di storia e ristrutturazioni.
Entrando, i visitatori sono accolti da un’atmosfera di sacralità e grandiosità, con una navata centrale ampia e luminosa, caratterizzata da alte colonne e archi maestosi. I soffitti a volta, splendidamente decorati, contribuiscono a creare un senso di elevazione spirituale.
Tra le opere più significative, spiccano le sculture che adornano il Duomo. La statua di San Giovanni Battista, realizzata da Antonello Gagini nel XVI secolo, è una delle più celebri, rappresentando un esempio di scultura rinascimentale che esprime una grande espressività e un attento studio anatomico. Altre sculture, come quelle di San Francesco e della Madonna, testimoniano la maestria degli artisti locali e l’importanza della tradizione religiosa nella vita cittadina. Le decorazioni in marmo e i dettagli raffinati delle cappelle laterali, con statue e altari, raccontano storie bibliche e santi, riflettendo la devozione popolare.

La storia del Duomo è legata agli eventi che hanno segnato Messina, inclusi il terremoto del 1908 e le successive ricostruzioni. Dopo il sisma, la chiesa subì ingenti restauri, che, pur preservando le caratteristiche originali, integrarono elementi moderni. Questo processo di ristrutturazione ha reso il Duomo un simbolo di resilienza per la comunità messinese.
Struttura architettonica
La struttura architettonica del Duomo di Messina è una fusione di stili che spaziano dal romanico al gotico, passando per il rinascimentale, con influenze barocche nelle ristrutturazioni successive. Le sculture che adornano l’interno non solo abbelliscono lo spazio, ma raccontano una storia di fede, arte e cultura, riflettendo l’evoluzione artistica della città nel corso dei secoli.
La varietà degli stili scultorei, dall’eleganza semplice del romanico alla complessità espressiva del rinascimento, contribuisce a rendere il Duomo un gioiello architettonico unico, custode della memoria storica e spirituale di Messina.
Texture
L’entrata del Duomo di Messina è un vero e proprio scrigno di dettagli e texture che catturano l’attenzione dei visitatori fin dal primo sguardo. La facciata, con il suo maestoso portale, è ornata da una varietà di materiali e finiture che ne esaltano la bellezza e la complessità.
Le sculture che adornano il portale stesso presentano texture diverse, con rilievi profondi e dettagli finemente lavorati. Le figure scolpite, in pose dinamiche e con espressioni vivaci, mostrano un’attenzione particolare ai particolari, come le pieghe dei vestiti e le espressioni facciali, che danno vita alle storie religiose rappresentate.

Inoltre, la pietra utilizzata per la facciata presenta una texture ruvida e naturale, evidenziando l’origine materica del Duomo e conferendo un senso di robustezza e durata nel tempo. Questa combinazione di texture, colori e forme non solo arricchisce l’estetica dell’entrata, ma invita i visitatori a riflettere sulla profondità storica e spirituale del luogo, rendendo l’accesso al Duomo un’esperienza sensoriale unica.
L’Incredibile Orologio Astronomico
Un’altra attrazione imperdibile di Messina è il famoso Orologio Astronomico, situato anch’esso nel campanile del Duomo. Progettato dalla ditta Ungerer di Strasburgo nel 1933, l’orologio è il più grande e complesso del mondo.
Ogni giorno, a mezzogiorno, si attiva un elaborato spettacolo meccanico che attira grandi folle di turisti e cittadini. Costruito tra il XIII e il XIV secolo, l’orologio combina principi astronomici e meccanici per simulare il moto dei corpi celesti e le fasi lunari.
Oltre alle tradizionali sfere planetarie, l’orologio presenta anche delle statue mobili rappresentanti figure religiose e storiche. È una testimonianza significativa di intelligenza e ingegneria medievale.
L’orologio era un simbolo di conoscenze avanzate e rappresenta ancora oggi la creatività e la raffinatezza delle persone del periodo. Infine, rappresenta un significativo pezzo d’eredità culturale e storica.
Conclusione: Un Invito alla Scoperta
Messina, con la sua storia affascinante e le sue meraviglie architettoniche, merita di essere conosciuta e apprezzata. Vi siete mai chiesti quali emozioni potrebbero suscitare un tramonto visto dalla riva del suo Stretto? Oppure, quante storie potreste scoprire passeggiando per i vicoli della città vecchia? Vi invitiamo a esplorare Messina, ad immergervi nelle sue bellezze nascoste, e a lasciarvi incantare dal fascino segreto di questa perla della Sicilia. Scoprendo Messina, chissà quali altre meraviglie potreste trovare per le strade di una città che vive di storia e bellezza.
FONTI:
IMMAGINI: © Sofia Fazio
Articolo di Sofia Fazio